Appunti dalla Blogfest 2011

Mordi e fuggi ieri alla BlogFest di Riva del Garda.

Grande dispiego di gadget, di sponsor e di telecamere. Social viral ninja marketing a pacchi, grossi pacchi. Tempo stupendo, peccato non aver portato il costume.

L’amministratore delegato di una società di telecomunicazione monopolista dell’ultimo miglio e oligopolista di tutto il resto parla (a proposito della internet a carbonella) di servizio best effort come se fosse una cosa naturale. Tipo: vai al ristorante, ordini spaghetti alla bottarga e  ti portano un uovo sodo ma paghi il prezzo pieno. Se protesti ti rispondono che il servizio è best effort.  Se lo possono permettere perché sono monopolisti, tant’è vero che lo stesso amministratore, parlando di un mirabolante aggeggio da attaccare alla tele che doveva fare furore e che nessuno ha voluto, ammette che il cliente, potendo scegliere, pretende la perfezione e l’aggeggio non era ancora abbastanza perfettissimo. Più tardi Chettimar suggeriva che un servizio best effort andrebbe anche pagato best effort: la bolletta è da 150 Euri ma oggi ne ho in tasca 20 quindi fateveli bastare.

L’intervista a due testate online mi ha prima depresso, là dove si ammetteva candidamente di essere pronti al boxino morboso in caso di calo di ascolti; poi mi ha rincuorato, quando si è detto che le inchieste puntute hanno fatto importanti picchi di visitatori. Sono convinto che la gnocca è l’arma della disperazione; è una scorciatoia che funziona a breve ma distrugge l’unica cosa preziosa che può avere una testata: la reputazione. L’articolo più letto, la foto più cliccata (“paracadutiste nude”) dovrebbero essere prese a indicazione di cosa non fare. Ricordatevi di Foster Wallace.

Ho partecipato al torneo di calcetto in coppia con Andrea e non ho vinto, ma ho goduto parecchio. Grande fair play in campo, partite tiratissime sotto il sole e tre cambi di maglia. Non mi divertivo così tanto dai tempi dell’oratorio.

Una nota casa automobilistica faceva provare dei SUV e ci sono salito sopra con Andrea, che si è messo a fare sbandate in un parcheggio sterrato sollevando enormi nuvole di polvere bianca. I presenti non hanno affatto apprezzato e ce la siamo filata in fretta.

La Fata Carabina sta passando a un nuovo CMS, al giornale, dove (udite!) si occuperà non solo del testo ma anche delle foto, e mi ha promesso che racconterà la sua esperienza in un post.

E infine la cosa più bella: ho ritrovato di persona i tanti amici che leggo giornalmente: baci, abbracci, strette di mano, saluti e chiacchiere, chiacchiere e pettegolezzi. Grazie a tutti, grazie davvero; e grazie anche a Gianluca Neri che ha reso possibile tutto questo.

AGGIORNAMENTO:
Andrea Beggi ha scritto un post che in qualche modo risuona con quanto hai appena letto qui.

RI-AGGIORNAMENTO:
Andrea Perotti aggiunge una nota sul fatto che “non può esistere una internet senza regole”. Il fatto che il nostro monopolista si becchi una multa quasi a ogni campagna pubblicitaria (e Quintarelli ne ha scritto più volte) ti dice molto su come veramente stanno le cose nel rapporto tra l’azienda e i suoi clienti.

RI-RIAGGIORNAMENTO:
Per chi volesse farsi una idea da solo, su YouTube c’è il video.

13 risposte a “Appunti dalla Blogfest 2011”

  1. Massimo, peccato non ce l’hai fatta a venire.
    Luci, contro quel gran… fortunello di Stefigno c’era poco da fare 🙂

  2. è stato un piacere reincontrare te e Andrea. E Stefigno non è fortunello, altrimenti sarebbe arrivato primo, non secondo 🙂

  3. E’ stato un piacere giocare a calcio balilla e condividere l’emozione delle sbandate di Andrea sullo sterrato 😉

  4. Pingback: Best effort
  5. Pretendere che una tecnologia best effort non lo sia è una sciocchezza, basterebbe un minimo di conoscenza tecnica ed economica per capirlo.

    Pretendere di non pagare una tecnologia best effort invece è semplicemente infantile (i costi che si hanno sono indifferenti se un cliente viaggia a 3 o 7 megabit, per questo esiste il bitstream, discorso diverso per velocità superiori).

    Lo sproloquio sul monopolio invece non può essere preso in considerazione in quanto assomiglia ad uno sfogo. Ogni nazione europea ha un ex incumbent che gestisce pro-mercato l’ultimo miglio.
    Scenari in cui si duplichino quel pezzo di rete non sono sensati economicamente, ne tantomeno mi augurerei mai che ci sia una società statale che lo gestisca (la retorica dell’azienda pubblica che faccia investimenti è di questi tempi di crisi francamente ridicola).

  6. Ciao Francesco, ti stavo aspettando 🙂

    Se non a me, almeno ad Andrea Beggi concederai di sapere esattamente cosa vuol dire best effort e come si differenzia dalla commutazione di circuito. Un conto è dire che il protocollo TCP/IP funziona secondo il principio del best effort, e un altro è dire che il servizio aDSL malfunziona perché è best effort.

  7. Addirittura atteso? 🙂

    Quindi abbiamo messo da parte le polemiche (tipo monopolio o Cubovision o altro) e stiamo parlando di best effort? OK.
    Innanzitutto non mi piace l’approccio “ingegneristico” a problematiche tecniche/economiche/sociali, mi importa poco dello stack TCP/IP (anche se volendo ne potremmo parlare benissimo), mi importa dei problemi reali.

    L’ADSL è best effort nel senso che si adatta alle condizioni presenti (distanza centrale, impianto casalingo cliente, numero clienti in centrale etc etc) ed in base a quelle fornisce un certo livello di servizio. Niente di più niente di meno. Se non vuoi l’ADSL e vuoi l’HDSL o altre tecnologie più performanti le paghi 10 volte tanto e non hanno queste limitazioni. A te la scelta di cosa comprare.

    Questo giustifica disservizi? No. Qualcuno ha detto che giustifica disservizi? NO. Praticamente solo tu hai capito che Patuano ha asserito questa idea. Altrimenti citami la frase esatta, non è mai stata pronunciata.
    Patuano ha detto: l’ADSL è best effort, in alcuni singoli locali casi le centrali si saturano e la banda diventa risorsa scarsa, mentre aggiorno le centrali cerco di definire certe priorità per massimizzare la qualità. Questo è quanto, non farne conseguire altre cose che non sono state dette.

    Certo se avessimo il 90% della rete satura questo potrebbe essere un problema enorme ma la saturazione è marginale e quindi è un problema marginale (dammi evidenze diverse se ne hai, poi però dovremmo iniziare a discutere di rete IP e ATM e di percentuali di copertura), addirittura in molte zone d’Italia le centrali ADSL sono semi-vuote, sai perchè? Perchè c’è un problema sociale di cultura informatica in Italia che non è mai stato affrontato.

    Da questo tuo sito potresti dare molto più valore aggiunto cercando di aumentare l’utilizzo di internet e creando delle guide e degli eventi per alfabetizzare all’uso del PC, di certo non aiuti la internet italiana prendendotela ostinatamente e per partito preso con questo o quell’altro AD. In ogni caso le critiche aiutano sempre, invece certe posizioni di pregiudizio non aiutano mai.

    Tutto ovviamente imho

  8. Francesco, ti ringrazio dei suggerimenti su come interpretare le parole del tuo capo e su cosa scrivere sul mio blog. Ne farò tesoro senz’altro.

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