Appunti dal #RomagnaCamp

E’  ormai tradizione che io faccia un intervento al RomagnaCamp senza PowerPoint, a piedi nudi e con il costume ancora bagnato. Non riesco a immaginare niente di più informale e rilassato di così: è il bello di un barcamp in spiaggia.

Nei pochi minuti a disposizione ho chiesto alla platea se qualcuno aveva idee sul futuro di internet, e a che punto avremmo potuto finalmente dichiarare matura questa tecnologia.

Riprendendo l’esempio fatto prima di me da Lorenzo Viscanti sul crowdsourcing e sull’aggregazione dei dati provenienti dai checkin di Foursquare, ho proposto che il punto debole oggi è la troppa manualità richiesta al singolo utente, e ho ipotizzato un futuro in cui gli oggetti siano tutti connessi alla rete e comunichino autonomamente tra di loro, permettendoci poi di estrarre significato “live” dai dati aggregati. Per dirla con uno slogan:

dal crowdsourcing al thingsourcing.

Chiacchierando con Matteo (Bloggo Intestinale) durante il viaggio di ritorno, mi ha fatto il calzante esempio dei semafori di Lugano che hanno passato varie fasi di evoluzione della temporizzazione:

  • fissa;
  • variabile a seconda delle ore della giornata;
  • dipendente dai sensori di traffico dell’incrocio.

C’è già un progetto per fare in modo che i semafori siano tutti collegati in tempo reale a una centrale che non solo reagisce alle congestioni ma le previene regolando i flussi di tutta la rete stradale. Il passo successivo potrebbe essere la disseminazione di queste informazioni in diretta ai navigatori dei singoli veicoli, e l’inglobamento dei dati di traffico dei singoli veicoli nel programma di gestione dei flussi.

Questo è solo uno dei tantissimi esempi possibili del giorno in cui ogni singolo oggetto sarà anche un server web collegato a internet.

Durante la discussione è stata sollevata la ragionevole obiezione: come preservare la privacy in questo nuovo mondo? Al momento non ho la minima idea, vedremo. Ma sospetto che se davvero stiamo andando verso il villaggio globale, dobbiamo in qualche modo venire a patti con l’idea che nel villaggio tutti sanno tutto di tutti. Potrebbe anche darsi che l’idea di privacy sia un artefatto della società industriale di massa, e che questa idea vada in qualche modo superata.

Chiudo ringraziando pubblicamente tutti quelli che c’erano e che hanno avuto la gentilezza di fare due chiacchiere con me, ma devo salutare con particolare affetto e riconoscenza due donne speciali: Elena e Alessandra. Al prossimo RomagnaCamp.

=CALCAMP(2010)

Il wiki del calcamp è qui. Per adesso è una bozza. Se per lavoro, passione o condanna

  • usi i fogli di calcolo,
  • ci litighi spesso e vuoi imparare come domarli,
  • te li giri sul mignolo e vuoi bullarti con gli amici,

iscriviti numeroso, ne uscirai una persona migliore.

Comincia a segnalare gli argomenti di cui vorresti parlare, o quelli di cui vorresti ascoltare. Vediamo di fare insieme qualcosa di interessante. C’è da trovare una data (l’ultimo sabato o domenica di novembre?) e un luogo equidistante da tutti i partecipanti (con almeno due salette a disposizione).

Un BarCamp sui fogli di calcolo? Che nome gli diamo?

Ci sono tipicamente due modi di usare Excel: il primo è usarlo come strumento per perdere tempo. Fai dei calcoli complessi in pochi secondi e poi passi il resto della giornata a modificare i colori, gli sfondi, i bordi cella per cella, poi cambi il font, poi ci ripensi e cambi di nuovo i colori, e alla fine stampi in bianco e nero.

L’altro modo è quello di usarlo come strumento per risparmiare tempo. Fai dei calcoli complessi in pochi secondi, e poi formatti in ancor meno tempo con la formattazione automatica e con gli stili.

Il secondo modo richiede competenze che purtroppo non tutti hanno, e così l’altro giorno Massimo Morelli su Friendfeed (occhio al lucchetto) dichiarava il suo dolore causato dai fogli di Excel creati dagli incapaci pratici. Susan ne ha approfittato per suggerire un ExcelCamp sul tema “cose da non fare, cose da evitare, e cose da sapere assulutamente”, e più di un commentatore si è dichiarato entusiasticamente disposto a partecipare. E quindi: perché no?

Facciamolo! Basta trovare una data,  una sede e due proiettori. Idee?

Il programma potrebbe prevedere sia sessioni di scambio di tecniche tra utenti esperti, che sessioni di base per utenti meno esperti. Si potrebbe parlare sia di Excel che di Open Office che di Google Documents, e confrontare le funzionalità dei diversi fogli di calcolo. Ne ho parlato con la mia collega Anna, programmatrice, che sarebbe felice di tenere una sessione su “Le macro per i non programmatori”. Ma sono sicuro che Massimo Morelli, Andrea Perotti e molti altri sarebbero felici di condividere le loro conoscenze.

Prossimi passi: troviamo un bel nome per il Camp, apriamo una pagina sul wiki e cominciamo a raccogliere idee e adesioni.

Era meglio il libro

A margine dello stimolante WriteCamp tenutosi domenica scorsa a Riva del Garda, mi veniva da riflettere che tutti i testi, non importa se su carta o su bit, sono violentemente interattivi. Sei tu lettore che mentre leggi ti costruisci il tuo film del libro, diverso da quello di tutti gli altri lettori e diverso anche da quello dell’autore.

Quando esci dal cinema e dici “era meglio il libro”, in realtà intendi “era meglio il film che mi sono fatto io”.

ViaDelCamp2010, grazie e a all’anno prossimo

RolliDays

Grazie a tutti quelli che c’erano, e grazie all’organizzazione:  Mitì, Confuso, Blimunda, Gaia (chi dimentico?) sono stati perfetti nella scelta del ristorante, nella scelta del tempo  non caldo e non piovoso, nella scelta della giornata con i palazzi dei Rolli aperti e visitabili.

Elena e io siamo stati benissimo, e ci iscriviamo da subito al prossimo ViaDelCamp, il 21 maggio 2011 sul trenino storico Genova-Casella.

Save the date.